ESG è l'acronimo di Environmental, Social and Governance e indica un rating, spesso conosciuto come rating di sostenibilità, che si esprime in merito all’impatto ambientale, sociale e di governance di una impresa o una organizzazione che opera sul mercato.
Si estende il concetto di sostenibilità “tradizionale” di un’impresa rappresentato dalla sostenibilità economica e dalla capacità di generare nuovo valore per gli investitori, al concetto di sostenibilità verso la società e verso l’ambiente e dalla capacità di generare un valore per l’ambiente e per la società.
MMC, tramite i suoi partners, assiste nel processo di definizione dei processi e delle procedure per l’implementazione del rating di sostenibilità.
Il rating ESG appare oggi sempre più importante perché rappresenta un indice che permette non solo agli investitori di avere una maggiore e più profonda comprensione della sostenibilità di una impresa.
Un po’ di storia
Dopo anni di lavori di preparazione e dialogo, il 12 Dicembre 2015 a Parigi, in occasione della Conferenza sui cambiamenti climatici (Conferenza delle Parti – COP21), 195 Paesi hanno condiviso il primo accordo sul clima mondiale, volto a regolare il periodo post-2020.
L’Accordo di Parigi è giuridicamente vincolante, da assoggettare a ratifica da parte dei singoli stati. A seguito della ratifica dell’UE (4 Ottobre 2016) è stata raggiunta la soglia del 55% dei Paesi contraenti (pari al 55% delle emissioni globali di gas-serra stabilita dall’Accordo stesso) e l’Accordo è entrato in vigore il 4 Novembre dello stesso anno. In Italia, la Legge di ratifica e di esecuzione (Legge 2016/204) è operativa dall’11 Novembre 2016. A livello mondiale, ad Aprile 2019, 185 Paesi hanno provveduto a ratificare l’Accordo (Economic and Social Council 2019).
A differenza di altri trattati, quello di Parigi prevede la partecipazione universale dei Paesi e la presenza di identici obblighi per qualsiasi stato di sviluppo del Paese: sviluppato versus in via di sviluppo.
A Settembre 2015 a New York, in occasione del summit dell’ONU sullo sviluppo sostenibile, i leader mondiali adottano l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile (2030 Agenda for Sustainable Development). Gli Stati hanno così cercato di fornire una risposta a sfide comuni, condividendo un piano che potesse contribuire a porre fine alla povertà e a creare le condizioni di prosperità in un mondo più sano e basato sulla pace. In sostanza, l’Agenda 2030 costituisce un importante tassello di un processo di multilateralismo inclusivo, iniziato già con l’adozione di rilevanti accordi a livello globale, tra cui quello sopra descritto di Parigi.
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile include 17 obiettivi (Sustainable Development Goals – SDGs), da interpretare quale prosecuzione degli otto Millenium Development Goals, definiti dagli stati membri dell’ONU nel corso del 2000 con l’intento di portarli a termine entro il 2015. In realtà, la loro realizzazione è risultata solo parziale; da qui l’esigenza di fissare nuovi obiettivi – i 17 SDGs appunto– che hanno una connotazione decisamente più ambiziosa rispetto ai Millenium Goals, in quanto volti a eliminare la povertà più che a ridurla e ad ampliare l’ambito di intervento di alcuni traguardi, tra cui quelli collegati alla sanità, all’education e al gender.
Nel dicembre 2015 il Financial Stability Board ha costituito la Task Force on Climate- related Financial Disclosures (TCFD) per sviluppare raccomandazioni sulla disclosure relativa ai rischi climatici al fine di promuovere più consapevoli decisioni di investimento, di concessione del credito, di offerta di polizze assicurative. La Task Force è composta da 32 membri, selezionati dal Financial Stability Board e provenienti da organizzazioni eterogenee, come banche, assicurazioni, asset manager, fondi pensione, società non finanziarie e agenzie di rating. Il favore incontrato dalla Task Force è rilevabile nel crescente numero delle organizzazioni che hanno dichiarato il proprio supporto alle raccomandazioni e il proprio impegno a offrire un’informativa trasparente e completa sui rischi e opportunità collegati al cambiamento climatico: da 513 organizzazioni nel settembre 2018 si è passati a ben 825 nel luglio 2019.
Dopo un’ampia consultazione pubblica su un draft, la TCFD ha emesso nel giugno 2017 una serie di raccomandazioni sulla disclosure relativa al rischio climatico (“Recommendations of the Task Force on Climate-related Financial Disclosures”) con focus su 4 aree tematiche: la governance, la strategia, il risk management, le metriche e i target.
L'attenzione di regulators e autorità di vigilanza bancaria al tema dei cambiamenti climatici è testimoniata anche dalla istituzione di un forum di cooperazione volontaria cui hanno aderito, appunto, banche centrali e autorità di vigilanza di tutto il mondo. Si tratta del Network for Greening the Financial System (NGFS), avviato nel 2018, al fine di promuovere e sensibilizzare l'attenzione della vigilanza al tema dell'instabilità finanziaria derivante dal rischio di cambiamenti climatici. In questa prospettiva, l'azione del NGFS mira a delineare un quadro andamentale dell'esistenza di eventuali differenziali di rischio climatico nei diversi Paesi che possono incidere sulla loro stabilità finanziaria e a definire e diffondere le migliori pratiche per integrare i rischi ambientali e climatici nell’attività di vigilanza micro e macro-prudenziale.
Tra le leve fondamentali per il supporto e la diffusione dei comportamenti green, si identifica certamente la finanza sostenibile; per tale motivo, le azioni del NGFS sono volte anche a promuovere l'attenzione verso meccanismi di mobilitazione dei finanziamenti tradizionali per sostenere la transizione verso un’economia attenta al rispetto dell'ambiente.
a) In sintesi, le aree tematiche su cui si pone l'attenzione del NGFS sono le seguenti: supervision, finalizzata a realizzare una mappatura delle attuali policy di vigilanza in tema di integrazione dei rischi climatici nei meccanismi di vigilanza microprudenziale;
b) macro-financial, tesa alla divulgazione di informazioni sui rischi climatici da parte di istituti finanziari al fine di stimare l'esistenza di un possibile differenziale di rischio finanziario tra le attività "verdi" e "marroni";
c) mainstreaming green finance, volta a delineare opportune regole di policy e meccanismi di mercato per promuovere la raccolta di capitali e le soluzioni di finanziamento a supporto della realizzazione di iniziative "green" sul mercato.
La gestione di ciascuna tematica è affidata a una commissione, presieduta dal referente di una banca centrale aderente al forum.
Dalla fase di costituzione ad oggi, la composizione del NGFS si è notevolmente ampliata. Al luglio 2019, il NGFS è composto da 42 Autorità, che rappresentano circa i 2/3 delle banche e delle imprese di assicurazione sistemiche, i cui Paesi sono responsabili del 45% delle emissioni di gas serra. L'auspicio del forum è quello di incrementare ancora il numero di adesioni, ricomprendendo una rappresentanza particolarmente ampia e diversificata per area geografica, sia dei Paesi sviluppati e sia di quelli emergenti.
In sintesi, il NGFS Steering Committee ha il compito di definire la strategia ed il piano di azione del forum; la composizione di tale organo, in fase di costituzione, prevede rappresentanti delle autorità aderenti (ad oggi, Banco de Mexico, Bank al Maghrib, The Bank of England, The Banque de France and Autorité de Contrôle Prudentiel et de Résolution, The Bundesanstalt für Finanzdienstleistungsaufsicht, The Deutsche Bundesbank, De Nederlandsche Bank, Finansinspektionen-The Swedish FSA, The Monetary Authority of Singapore, The People’s Bank of China) ed un osservatore (oggi, The Bank of International Settlement). Il NGFS Steering Committee è presieduto da un Chair, che ha il ruolo di coordinare ed organizzare i lavori, supportato da un Segretario.
Oltre alle attività riservate ai propri membri, il Network ha inteso ampliare ulteriormente le proprie relazioni ed i confronti sui temi di interesse rivolgendosi anche ad altri stakeholders mediante: la pubblicazione di rapporti informativi e comunicati sullo stato dell'arte in tema di contrasto al cambiamento climatico, l'organizzazione di eventi pubblici e l'attività di informazione continua attraverso un sito dedicato, in cui possono essere avviate anche consultazioni pubbliche su specifici temi volte a cogliere l'opinione di altre parti interessate (il settore privato, il mondo accademico, le ONG, ecc.).
Senza dubbio i temi del cambiamento climatico ed i relativi rischi sono particolarmente complessi ed una profondità e ampiezza di vedute può consentire di valutare con maggiore attendibilità gli effetti sulla stabilità finanziaria dei rischi climatici e, più in generale, dei fattori ambientali, sociali e di governance (Environmental, Social and Governance - ESG) sui sistemi economici dei vari Paesi.
LE INIZIATIVE A LIVELLO EUROPEO
L’8 Marzo 2018, la Commissione Europea ha pubblicato il “Piano d’azione per finanziare la crescita sostenibile”, il cui obiettivo ultimo è quello di contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e gli impegni presi dall’Unione Europea con la firma dell’accordo di Parigi nel 2015. Il documento si basa sulle raccomandazioni elaborate dal Gruppo di esperti di alto livello sulla finanza sostenibile (HLEG) nominato dalla Commissione nel 2016. Scopo del Piano d’azione è incentivare gli investitori e le imprese a riorientare le risorse finanziarie verso attività a basse emissioni e ad agire in conformità con un modello di sviluppo sostenibile. Il piano ha tre obiettivi principali:
1. Riorientare i flussi di capitali verso investimenti sostenibili al fine di realizzare una crescita sostenibile e inclusiva;
2. Gestire i rischi finanziari derivanti dai cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse, il degrado ambientale e le questioni sociali;
3. Promuovere la trasparenza e la visione a lungo termine nelle attività economico-finanziarie.
Questi tre obiettivi vengono articolati in dieci azioni che prevedono iniziative su vari fronti con il fine di coinvolgere tutti gli attori del sistema finanziario nella riduzione delle asimmetrie informative collegate ai rischi climatici, migliorando così l’allocazione dei capitali verso investimenti sostenibili.
Fonti:
AIFIRM - Associazione Italiana Financial Industry Risk Managers - Aprile 2020 -Position Paper n. 20
Per ulteriori dettagli, si rinvia al documento "Charter of the Central Banks and Supervisors Network for Greening System (NGFS)", disponibile al seguente link: https://www.banque-france.fr/sites/default/files/ngfs_charter_20180424_0.pdf
NGFS (2018a), Charter of the Central Banks and Supervisors Network for Greening System (NGFS), April (disponibile al seguente link: https://www.banque-france.fr/sites/default/files/%20ngfs_charter_20180424_0.pdf)